La “data customer experience” che rivoluziona l’immobiliare.

La “data customer experience” che rivoluziona l’immobiliare.
Sulla “data customer experience” è da un po’ di tempo che ci poniamo questa domanda: è possibile parlare di esperienza del cliente quando egli stesso interagisce con i dati? E ancora: è possibile creare un’esperienza personalizzata e percepita dal cliente che interagisce con i dati immobiliari?
Quasi per scherzo siamo andati alla ricerca di questa combinazione di termini sul web, “data customer experience”, senza trovare un’applicazione ben definita del concetto. In ultimo, ci siamo giocati la carta Chat GPT. A questa chat conversazionale abbiamo chiesto di parlarci della “Data Customer Experience”. Ci ha risposto così:
“Al momento della mia conoscenza (settembre 2021), non esiste una specifica pratica o iniziativa chiamata ‘data customer experience’ (esperienza del cliente basata sui dati) riconosciuta a livello globale. Potrebbe essere un termine specifico utilizzato da un’azienda o da un settore particolare.”
Ecco che da oggi riempiamo questo vuoto coniando, come ReOS, l’espressione: “DataRE Customer Experience”. È così che indichiamo quella serie di servizi basati su dati di natura oggettiva e soggettiva relativi al bene immobiliare valutato, trasformando così l’opinione del professionista in un dato di fatto, in una consulenza esaustiva.
Vedo professionisti impreparati cercare clienti, mentre i clienti cercano professionisti preparati.
Un operatore attento del settore immobiliare, oggi, non dovrebbe sottovalutare l’importanza di utilizzare dati di qualità per fornire una consulenza di valore e passare dall’eccellenza professionale all’eccellenza delle competenze, come ci racconta Rudy Bandiera nel magazine cartaceo SINERGIE, edito da Sinergie Edizioni srl e distribuito in 15.000 agenzie immobiliari italiane.
L’utenza “privata” è sempre più preparata ed informata, mentre la maggior parte dell’utenza professionale non è in grado di interpretare ed illustrare il processo di creazione e finalizzazione di un prezzo di vendita suggerito. Anche per questo motivo, i sistemi di intelligenza artificiale riveleranno, inevitabilmente, l’inadeguatezza di molti professionisti nel nostro settore.
Il dato di compravenduto ci dice da “dove veniamo”, ma al cliente interessa capire dove si andrà.
Ancora oggi mi capita, nella migliore delle ipotesi, di incontrare professionisti che eseguono analisi o valutazioni immobiliari affidandosi esclusivamente al reperimento di tre “recenti” atti di compravenduto.
A mio avviso, oggi, questa è un’attività che rischia di restare superficiale perché se fosse sufficiente solo questa azione i valori immobiliari non si discosterebbero mai nel tempo. E questo sappiamo che non è vero.
L’atto notarile, tra le altre cose, non ci consente di conoscere le caratteristiche/esigenze delle parti che sono state coinvolte nella compravendita, quindi non sappiamo se l’immobile è stato acquistato ad un prezzo superiore o inferiore al suo reale valore di mercato generando, comunque, un dato storico.
Non dimentichiamo poi la riforma Basilea III che prevede, tra gli altri aspetti, che “…il valore di perizia non dovrebbe più superare il valore di mercato, a meno che le modifiche apportate all’immobile non siano particolarmente significative”. “Le modifiche che migliorano l’efficienza energetica degli edifici e delle unità abitative” – si legge – “dovrebbero essere considerate per determinare un aumento di valore”.
Ecco che entra in gioco l’efficientamento energetico, fattore di cui pochi professionisti sanno stimare il valore.
Premesso gli elementi di opportunità sopra indicati, visto che l’intelligenza artificiale non è ancora veggente e che il prezzo di un immobile, alla fine, è dato dall’incontro tra domanda ed offerta, il professionista preparato che utilizza i dati può trovare, oggi più che mai, una collocazione ben definita nel mercato.
Se ciò che fai può essere fatto da qualcun altro, alla fine sarà fatto tendenzialmente anche con meno soldi.
Non ho dubbi sul fatto che un consulente finanziario abbia molte abilità e conoscenze in tema di investimento. Ottengo consulenza personalizzata in base a quelli che sono gli obiettivi, le aspettative, il progetto, la predisposizione al rischio, etc.
Quindi è chiaro cosa pago, non l’azione di acquisto da remoto di questo o quel prodotto finanziario, piuttosto la consulenza, il piano strategico, il fatto che il consulente si occuperà di gestire il mio investimento nel tempo. Un tempo che non dovrò più dedicare alla questione, un tempo nel quale non rischierò di prendere decisioni errate a caro prezzo.
Non ho dubbi che un consulente fiscale (intendo un commercialista evoluto) in grado di analizzare le esigenze della mia società, che studia le novità/agevolazioni fiscali, che mi fa accedere a bandi e finanziamenti, che organizza incontri periodici per analizzare la situazione economica aziendale, sia più utile di un “classico” Ragioniere che si fa sentire solo per inviarti gli F24 delle tasse da pagare.
Potrei continuare con altri esempi, ma tutto questo per dirti che:
- La tecnologia, più prima che poi, sostituirà tutte quelle figure professionali a “basso valore aggiunto”.
- Il “Fai da te” continuerà ad avere un suo spazio naturale nel mercato, anche grazie a formule sempre più accattivanti offerte da aziende “online” attraverso strumenti e tecnologie a basso costo.
Quindi, un Consulente Immobiliare che offre servizi e consulenze a basso valore aggiunto, dovrà competere con servizi e tecnologie a basso costo. Indovina, chi la spunterà?
E tu, da quale parte vuoi stare?